Idrocele comunicante

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Definizione

L’idrocele è una raccolta di liquido intorno al testicolo.

Cause – Cenni di anatomia

Per capire come mai un bambino ha l’idrocele è necessario partire un po’ da lontano, mai poi tutto sarà più chiaro.

I testicoli si formano alla V-VI settimana di gravidanza vicino ai reni. Successivamente attraversano l’addome e scendono sino a livello dell’inguine (migrazione trans-addominale). Tra il VII ed il IX mese di gravidanza i testicoli entrano all’interno di un canale, detto canale inguinale, lo attraversano completamente ed escono da questo canale per andare a posizionarsi nella sacchetta dello scroto (migrazione trans-inguinale). Alla nascita il canale inguinale si chiude ed i testicoli restano in scroto, ben separati dal contenutoaddominale.

Se il canale inguinale non si chiude perfettamente rimane una comunicazione tra l’addome e lo scroto. In addome ci sono svariati organi, ma soprattutto anse intestinali circondate da un liquidi detto “liquido peritoneale”. Quando il canale inguinale non è perfettamente chiuso, il liquido peritoneale normalmente contenuto solo in addome scivola anche nello scroto, intorno al testicolo, provocando un rigonfiamento.

Quanto descritto spiega l’origine dell’idrocele tipico del bambino, definito “idrocele comunicante”, in quanto il canale inguinale rimane aperto determinando una comunicazione tra scroto ed addome. Si tratta di una piccola malformazione congenita.

Nell’adolescente o nell’adulto l’idrocele si forma, invece, per tutt’altri motivi: il testicolo s’infiamma e produce intorno a sé del liquido infiammatorio, che si raccoglie all’interno di una membrana (tonaca vaginale comune del testicolo). In questo caso l’idrocele viene definito “idrocele non comunicante”, in quanto non esiste nessuna comunicazione tra lo scroto e l’addome, il liquido resta tutto contenuto all’interno della tonaca vaginale comune senza altra comunicazione. Si parla anche di “idrocele reattivo“, perché il liquido intorno al testicolo è dovuto ad una reazione infiammatoria.Si tratta di una malattia acquisita, dovuta ad un’infiammazione del testicolo secondaria a: cause sconosciute (idrocele idiopatico, più frequente), infezioni sessualmente trasmesse, torsione del testicolo, torsione di appendici del testicolo, traumi (contusioni, sfregamenti protratti), tumore del testicolo.

Incidenza

L’idrocele comunicante è presente alla nascita nell’1-5% dei bambini nati a termine.

Nei bambini prematuri l’incidenza dell’idrocele è circa 3 volte più alta (9-11%).

L’idrocele comunicante è più frequente a destra (destro:sinistro = 2:1), in quanto il testicolo destro scende in scroto più tardi rispetto al testicolo sinistro, pertanto il canale inguinale di destra si chiude dopo quello di sinistra.

Ad 1 anno di età l’incidenza dell’idrocele comunicante è solo dell’1%. Questo vuol dire che la maggior parte degli idroceli comunicanti presenti alla nascita si risolve spontaneamente entro 1 anno di età, grazie alla chiusura spontanea del canale inguinale.

Sintomi

L’idrocele si presenta come una tumefazione dell’scroto, in genere non dolente.

Nell’idrocele comunicante il rigonfiamento è variabile nel tempo. In genere lo scroto è più gonfio alla sera, dopo che il bambino è rimasto in piedi tutto il giorno facilitando la discesa del liquido peritoneale dall’addome in basso nello scroto. Al mattino, invece, dopo che il bambino è rimasto sdraiato tutta la notte, il liquido peritoneale è ritornato nell’addome e l’idrocele è meno gonfio. Inoltre quando un bambino ha la febbre, per malattie o vaccinazioni, o ha delle infiammazioni intestinali, come nel caso di gastroenteriti, il liquido già normalmente presente in addome aumenta di quantità, pertanto in queste occasioni è facile vedere un idrocele maggiore.

Nell’idrocele non comunicante, invece, il rigonfiamento è stabile.

Conseguenze

Dopo il 1° anno di età, se l’idrocele comunicante non si è risolto spontaneamente, il canale inguinale non si chiuderà da solo, anzi tenderà col tempo ad allargarsi sempre più. Questo determina una maggiore quantità di liquido peritoneale che scende nello scroto causando un rigonfiamento sempre più frequente e di entità via via maggiore con possibilità di:

  • compressione dei vasi sanguigni del testicolo e sofferenza del testicolo stesso
  • infiammazione del testicolo

Continuandosi ad allargare il canale inguinale può diventare così ampio da permettere il passaggio non solo del liquido peritoneale ma anche delle anse intestinali, determinando così la formazione di un’ernia inguinale.

Accertamenti diagnostici

In caso di rigonfiamento scrotale è necessaria una visita medica specialistica. Solo il medico è in grado di stabilire se il rigonfiamento è dovuto ad un idrocele o ad altre cause. Durante la visita medica è molto importante valutare le condizioni del testicolo, se questo non riesce ad essere ben apprezzato è utile eseguire un’ecografia testicolare.

Trattamento

La maggior parte degli idroceli comunicanti presenti alla nascita si risolve spontaneamente entro il 1° anno di età, grazie alla chiusura spontanea del canale inguinale. Pertanto in genere nel 1° anno di vita si eseguono solo dei controlli periodici. S’interviene prima di 1 anno di età solo se l’idrocele è molto grosso (idrocele teso) o è già presente un’ernia inguinale, in quanto vi è un alto rischio di danni al testicolo o di ernia incarcerata / strozzata.

Se ad 1 anno di età l’idrocele comunicante non è guarito spontaneamente è necessario un intervento chirurgico correttivo, da eseguirsi senza carattere d’urgenza.

L’idrocele non comunicante o reattivo è dovuto ad un’infiammazione del testicolo, quindi in genere il primo trattamento consiste in una terapia anti-infiammatoria: borsa del ghiaccio, astensione dall’attività fisica e dallo sport, farmaci anti-infiammatori. Nel caso in cui tale terapia non sia efficace o se l’idrocele è di dimensioni molto voluminose, è necessario un intervento chirurgico correttivo.

Vedi anche:
Interventi > Chiusura del dotto peritoneo-vaginale – ernioraffia

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© Dott.ssa Arianna Lesma, Urologo Pediatrico